La strada che porta dalle Balze di Volterra a Monteriggioni è da manuale. Meno di 50 Km da percorrere, tutta saliscendi, ma senza esagerare con le pendenze, abbastanza larga e comoda da poter essere percorsa a pedali senza preoccuparsi eccessivamente del traffico, ma con un traffico sempre più intenso man mano che passano le ore. Il passaggio dalla Val di Cecina al senese vede ben pochi centri abitati prima di arrivare alla mitica San Gimignano. Si vedono soprattutto fattorie e borghi, borghi ristrutturati, ristrutturati a caro prezzo e che ora offrono le loro attrattive in più lingue, segno che non è al turismo nostrano che aspirano. Siamo ormai entrati nella Toscana dorata, quella che non vede di buon occhio viaggiatori palesemente “poveri” come i sottoscritti. Infatti, a conferma di ciò i primi individui che incontriamo appena usciti dall’agriturismo sono due inglesi: fermi sul ciglio della strada, sotto il sole cocente, alle prese con la catena impigliata, veniamo raggiunti da una coppia in furgone che, senza tante parole, tira fuori i suoi attrezzi e ci aiuta a disincastrare la catena troppo spesso ballerina. Ci raccontano di aver preso casa vicino Volterra e si godono un paesaggio a tratti quasi irreale per sei mesi all’anno. I colori sono pastello, sintomo di una terra fresca, non ancora bruciata dal sole d’estate, mentre nuvole e fulmini lontani vivacizzano la pedalata. I problemi iniziano poco prima di San Gimignano: la pioggia ha reso la strada viscida e gli automobilisti intorno più imprudenti, prima di Campiglia c’è una serie di ripidi tornanti che fanno pensare a Bra e Pollenzo e più di un volpone automunito tenta di violare la legge dell’impenetrabilità dei corpi pretendendo di sorpassare, in curva e in discesa, un maestoso bus!
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